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Amazon, l’azienda dei sogni

Amazon è un’azienda, o forse sarebbe più consono dire L’azienda, di commercio elettronico statunitense. Nata nel 1994 con il nome di Cadabra.com e concepita da un idea di Jeff Bezos, che ribattezzò poi la sua azienda con il nome “Amazon”, dal nome del fiume più lungo al mondo: il Rio delle Amazzoni.

Amazon ha fatto dell’innovazione il suo marchio di fabbrica, lanciando per prima prodotti e servizi a vantaggio dei clienti. Le più celebri, Kindle e Amazon Prime, sono solo alcune delle innovazioni che differenziano la piattaforma da tutti gli altri e-commerce presenti sulla piazza.

Da una piccola realtà a una imponente multinazionale

L’azienda, registrata nel 1994 nello stato di Washington, entrò nel mercato azionario dopo tre anni. Bezos non pensava di trarne profitto per i primi quattro anni di attività. Effettivamente Amazon crebbe molto più lentamente delle altre “Internet company”. Al suo esordio, era la libreria online con la scelta di titoli superiore a qualsiasi altro negozio di libri. Negli anni successivi allargò la gamma dei prodotti venduti a film DVD, CD musicali, software, prodotti elettronici, abbigliamento, arredamento, giocattoli fino ad arrivare al cibo. La crescita a rilento fece lamentare molti degli azionisti. Ma mentre molte aziende che operavano su Internet fallirono alla fine degli anni novanta, Amazon resistette e nel 2002 registrò i primi utili. Da allora è sempre rimasta in attivo.

Fino a qui tutto bene. Ma è anche vero che, recentemente, il brand è stata bersaglio di pesanti accuse da parte del Presidente degli Stati Uniti d’America: Donald Trump.

Negli ultimi anni sono scomparsi centinaia di migliaia di posti di lavoro a causa della automatizzazione e della globalizzazione. I grandi centri commerciali e il settore del retail in generale stanno affrontando un periodo nero, in America. Questo dipende, sicuramente, anche dal fatto che la gente oggi preferisca acquistare online. Secondo Trump, quindi, Amazon è la causa principale dei mali del mondo.Tuttavia la società sta creando nuovi posti di lavoro che vanno a compensare il calo di occupazione lamentato dal Presidente.

Una società controtendenza

Il lavoro in Amazon esiste, ed è anche molto ambito. Pare che sia noto tra i lavoratori delle varie internet company che i compensi dei lavoratori di Amazon siano di gran lunga più generosi di quelli dei vari competitori. A detta di Bezos, Amazon paga retribuzioni sopra la media del mercato per attirare e trattenere i migliori talenti.

Insomma, che piaccia o meno a Trump, i ricavi  continuano a crescere. Grazie alla diversificazione dell’offerta, alla tendenza a ragionare ancora come una startup, alla ricerca continua dell’innovazione e alla presenza su un mercato internazionale, Amazon oggi spedisce i suoi prodotti in tutto il mondo e risulta essere il primo sito di e-commerce anche qui in Italia.

A dimostrazione dell’immenso successo del suo brand, Jeff Bezos è diventato, secondo la rivista Forbes,  l’uomo più ricco del mondo nel 2017 con un patrimonio di 99,7 miliardi di dollari, superando Bill Gates.

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